Anche quest’anno, in occasione della festa di S. Giuseppe, papa Francesco ha voluto farci un altro dono: un’Esortazione Apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, un invito rivolto a tutti noi a “essere santi” nel mondo in cui viviamo, con tutte le difficoltà e contraddizioni che questo comporta. Nel vangelo di Matteo leggiamo l’invito di Gesù: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48) .
Queste parole le ho sempre lette con molta difficoltà; per me la santità è uno stato irraggiungibile, riservato solo a persone eccezionali. Papa Francesco ci dice però che “si può fare”, basta mettersi sulla strada e camminare con Gesù che ci indica la via.
Per questo motivo ho pensato di proporvi alcuni passi di questo documento su cui riflettere per vedere cosa si può fare, anche con piccoli passi, per incamminarci su questa via.
«Rallegratevi ed esultate» (Mt 5,12) , dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente (GE 1) .
Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» (Ef 1,4). (GE 2) .
«Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità». […] Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo (GE 6).
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