l Suo, il nostro e il loro (battesimo) La bibbia è una lunga narrazione che racconta, sin dai tempi più lontani, della venuta nel mondo del “Dio che salva”. L’ultimo in ordine di tempo a parlarne è Giovanni il quale, riprendendo il messaggio di Isaia, annuncia che ogni promessa dell’Antico Testamento si sta finalmente realizzando. A confermarlo è la voce di Dio dal cielo che proclama Gesù come suo figlio e fa scendere su di lui lo Spirito Santo. Ha così inizio la missione di Gesù che avrà il suo compimento nella Pasqua di resurrezione, a cui farà seguito ancora una volta la discesa dello Spirito Santo, questa volta sui suoi discepoli e, da allora, su chiunque scelga di accogliere il suo lieto annuncio. Il vangelo di Luca ci dice che Gesù riceve il battesimo dello Spirito Santo dal Padre dopo aver ricevuto quello dell’acqua da Giovanni, proprio come tutto il resto del popolo accorso da lui al fiume Giordano. Si tratta dunque di un Gesù che si immerge totalmente tra la gente del suo tempo per ascoltare l’invito del Battista alla conversione, un invito che lui stesso riprenderà innumerevoli volte durante i tre anni di vita pubblica. Anche a noi, oggi, attraverso il nostro battesimo, è proposto di camminare lungo la via percorsa da Gesù. Avremo così modo, con l’aiuto dello Spirito Santo, di imparare a riconoscerci figli di Dio e sorelle e fratelli con chi ci sta accanto, vivendo “in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà […] pieni di zelo per le opere buone”. Si tratta di un programma di vita davvero sfidante, soprattutto in tempi di sempre più grave “emorragia di umanità”, ma lo diventa ancora di più per chi, oltre a cercare di vivere il proprio battesimo, abbia scelto di proporlo ai propri figli, che non si accontentano di belle parole e hanno la straordinaria dote di far emergere con implacabile candore le incoerenze e le ipocrisie degli adulti che li circondano. Il Signore, “per la sua misericordia”, ci aiuti a superarle!
Marianna e Maurizio